FILOTTRANO

... e oltre ...

giovedì 19 aprile 2012


FILOTTRANO NOTIZIE
una risposta comune dei gruppi consiliari di minoranza 
di Gianfranco Giretti

Filottrano, 19 Aprile 2012
In un incontro che ha avuto luogo martedì sera, i gruppi consiliari di minoranza, uniti, hanno preso alcune decisioni in relazione all'improvvida delibera con cui l'amministrazione comunale ha approvato, per il periodico Filottrano Notizie, un relogamento che è quanto di più sciocco e illibertario sia dato vedere. Abbiamo dunque deciso di:
- far rassegnare le dimissioni al proprio rappresentante nel comitato di redazione;
- lasciare deliberatamente bianche, a parte un breve comunicato, le due pagine di nostra "spettanza" (leggi);
- organizzare punti di raccolta, di cui daremo ampia notizia, per chi, non ritenendo più Filottrano Notizie il proprio giornalino, intendesse restituirlo.

13 commenti:

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  3. Io ad esempio a copertina dell'articolo anzichè la Pravda avrei preso spunto da quello che dice Wikipedia a proposito del NOSTRO Paese!! "1925, legge fascista sulla stampa [modifica]

    Le pressioni sulla stampa non allineata al regime divennero sempre più effettive. Già nella primavera del 1925, dopo una lunga serie di minacce, persecuzioni e di interventi delle squadracce fasciste in redazione la rivista L'Asino era stata costretta a sospendere le pubblicazioni, il direttore Gabriele Galantara iniziò a collaborare con la rivista satirica Il becco giallo, ma l'anno successivo fu arrestato.

    L'8 novembre 1925 la distribuzione de L'Unità è sospesa dal Prefetto di Milano assieme all'organo del Partito Socialista Italiano, L'Avanti. Il giorno dopo il fallito attentato a Mussolini (31 ottobre 1926) il giornale viene soppresso.

    Nel 1925, dopo una serie di intimidazioni, il regime ottenne le dimissioni di Luigi Albertini dalla direzione e dalla società editrice del Corriere della Sera. Tramite cavilli giuridici la proprietà passò interamente ai Crespi, noti industriali tessili milanesi.

    Intanto il 31 dicembre 1925 fu varata la nuova legge sulla stampa che riconosceva come illegali tutti i giornali privi di un responsabile autorizzato dal prefetto (e, quindi, dal momento che Mussolini nominava i prefetti[8], erano accettabili per i fascisti).

    Il controllo sulle pubblicazioni lecite era condotto in pratica, alle rotative, da fedeli funzionari civili, e ciò diede vita alla comune battuta secondo cui qualsiasi testo che poteva raggiungere un lettore era stato scritto dal Duce e approvato dal caporeparto.


    Nell'ottobre del 1926 dopo l'attentato a Mussolini a Bologna, vennero promulgate le "leggi fascistissime". Questo è un l'ulteriore "giro di vite" della dittatura fascista: sono stati sciolti i partiti politici e chiusi d'autorità tutti i giornali e le pubblicazioni non in linea con il regime. L'Ora di Palermo venne chiuso, insieme al periodico Il Mondo di Roma, diretto da Giovanni Amendola e finanziato dalla famiglia Pecoraino che subirà la confisca di tutti i capitali e beni immobili.
    Stampa clandestina [modifica]
    Alcuni redattori del Non mollare

    In questo clima ancor prima della chiusura di alcuni giornali, in Italia ebbe un notevole sviluppo la stampa clandestina. Già nel gennaio del 1925 per opera di alcuni giornalisti fra i quali Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, i Fratelli Rosselli, Piero Calamandrei, Nello Traquandi, Dino Vannucci nacque il primo quotidiano clandestino il Non mollare. Dopo la sopressione da parte del Prefetto di Milano, dal 31 ottobre del 1926 Avanti! fu pubblicato come settimanale a Parigi e a Zurigo.

    Come in qualsiasi sistema forte, la censura fascista suggeriva di comporre i giornali con una più ampia attenzione alla cronaca nei momenti politicamente più delicati, in modo da distrarre l'opinione pubblica dai passaggi pericolosi per il governo. La stampa creava allora dei "mostri" o si concentrava su figure terrorizzanti (assassini, serial killer, terroristi, pedofili, ecc.). Quando necessario, veniva evidenziata l'immagine di uno stato sicuro e ordinato, dove la polizia era in grado di catturare tutti i criminali e, come vuole il luogo comune, i treni erano sempre in orario. Tutte queste manovre erano solitamente gestite direttamente dal MinCulPop.

    Per completezza si deve ricordare che dopo il fascismo, la repubblica democratica non cambiò la sostanza della legge fascista sulla stampa, che oggi è organizzata come in precedenza. Ad esempio la legge sull'accesso alla professione di giornalista è rimasta inalterata". SALUTI DEMOCRATICI!!

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  4. Avevo scelto la Pravda perché già evocata e a significare la stampa condizionata dal "potere". Il Popolo d'Italia, con cui ho sostituito qui e alternato sul sito la Pravda, va altrettanto bene.

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  5. "Pravda" sia ora che durane il regime comunista in Russia significa sempre: VERITA'... non credo sia l'identico spirito che hanno ispirato le attuali scelte dei NS amministratori!! Di nuovo saluti democratici

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    1. Ho eliminato i miei commenti, perchè anche rispettando il vostro/tuo (non so chi scrive)modo di pensare, non mi va che vengano cambiate le foto relative al post durante la partita, questo solo perchè potrebbero lasciare intendere cose non veritiere.

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  6. Come ho provato a dire nel precedente commento la foto aveva ed ha solo il compito di fare riferimento a una stampa condizionata dal potere. Sul sito ho messo la doppia foto (basta passarci col mouse per vedere la seconda). Sul blog non ne sono stato capace. Rimetto velocemente la foto originale. Vorrei tuttavia che tutti tornassimo al senso originario: qualunque sia la foto che tenti di descriverla, la delibera del comune è solo prova di una sciocca intolleranza verso tutte le potenziali fonti di dissenso.
    Gianfranco Giretti

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  7. Capisco che aveva solo un senso figurativo, a me non piaceva perchè si riferiva ad un era un pò triste, dove tanta gente ha magari anche sofferto, concorde con la belibera del comune. Rinnovo la disponibilità di collaborare circa la raccolta. Buona serata.
    Antonio Villani.

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  8. MA di che cosa stiamo parlando erano due organi di stampa di due regimi. Possibile che con tanti problemi che ci sono dobbiamo discutere di simili stupidaggini. Di nostalgici è piena l'Italia di una parte e dell'altra, li vogliamo lasciare con la loro nostalgia e occupiamoci di altro?

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